Tra i ritratti che posso con orgoglio vantare nella collezione della Fondazione Sorgente Group vi sono due busti ritraenti Gaio e Lucio Cesari, i figli che Giulia, unica erede di Augusto, ebbe da Marco Agrippa. Adottati dallo stesso Augusto dopo la prematura scomparsa del nipote Marcello, i due principi sarebbero stati destinati alla successione dell’Impero ma, purtroppo, vennero entrambi a mancare prematuramente[1]. Un vero peccato, dal momento che fin da subito dimostrarono un particolare acume e una naturale propensione al comando, manifestate per entrambi durante la loro florida e veloce carriera militare e politica. Gaio, ad esempio, nel 1 a.C. divenne generale e nel 1 d.C. fu fatto console insieme a Lucio Emilio Paolo.
Gaio, si stima sia nato tra il 14 agosto e il 13 settembre del 20 a.C., mentre Lucio tra il 14 giugno e il 15 luglio del 17 a.C e quando questi nacque, si stabilì l’adozione dei due nipoti da parte di Augusto secondo l’antico procedimento per assem et libram. Gaio e Lucio Cesari diventavano così gli eredi dell’impero, e a loro sarebbe spettato il compito di proseguire la gens e la pax augusta.
Augusto si occupò della loro istruzione scegliendo come precettore l’esperto Verrio Flacco[2]. Ancora molto giovani, li fece partecipare all’amministrazione della Res publica e, quando furono designati consoli, li inviò nelle province per guidare gli eserciti[3].
“I due ritratti di Gaio e Lucio, che rappresentano i principi da giovani, ci restituiscono un’impressione di grande freschezza” hanno recensito in occasione della loro esposizione al Museo dell’Ara Pacis di due anni fa, all’interno di una più ampia rassegna sulla dinastia Claudia[4].
La mia ferma volontà nell’acquistare questi ritratti ha consentito il loro rientro in Italia, affinché potesse essere riunita in parte la famiglia Giulio-Claudia, tra le più importanti protagoniste della storia e degli ideali di Roma imperiale e ha reso i ritratti fruibili agli studiosi e al pubblico.
Il ritratto di Gaio Cesare, la cui fedele riproduzione in gesso è ora esposta all’Ara Pacis, è una scultura importante: il nipote di Augusto pur raffigurato nella piena fanciullezza già mostra il suo vigore e forza d’animo, con la nobiltà di un discendente della gens Julia. La scultura venne realizzata in modo tale da poterla inserire in una statua togata con bulla, ed è considerata uno dei migliori esemplari esistenti del tipo ritrattistico infantile più diffuso.
Diversi tipi ritrattistici dei principi designati, anche infantili, elaborati in età augustea e variamente ispirati alle immagini di Ottaviano Augusto, costituiscono la testimonianza concreta dell’avvio di una politica dinastica rivolta ai nipoti. Il genere ritrattistico in esame si esprime in una particolare rotondità tipica dei più giovani: le labbra tenui, il mento piccolo e lo sguardo fiero e sereno. Le ciocche dei capelli sono delicatamente incise e formano sul lato destro della fronte il motivo canonico della tenaglia, qui accennata, poi seguono le tre usuali ciocche al centro a cui segue il consueto motivo a coda di rondine, a forcella, quasi allineata all’occhio sinistro, come negli altri ritratti attribuiti a Gaio Cesare[5].
Il ritratto di Lucio Cesare, anch’esso esposto nella sua riproduzione in gesso all’Ara Pacis è ormai molto conosciuto come quello del fratello. È realizzato in marmo pario a grana fine e presenta una lavorazione notevolmente raffinata dall’intaglio elegante, preciso e attento nel riprodurre i dettagli fisiognomici caratteristici, che ne consentono il riconoscimento. La superficie, in un buonissimo stato di conservazione e con pochissime scheggiature, presenta la patina leggermente abrasa, probabilmente per una precedente esposizione all’aperto. Si conserva integralmente il collo e il volto che si volge leggermente verso sinistra.
Caratterizzante è la forma della testa con capelli dalle ciocche delicate che dalla vertigine centrale si dipartono in avanti verso la fronte, che presenta quasi al centro la consueta forcella, così come in altri esemplari. Gli occhi dalle palpebre sottili sono abbastanza vicini, rientrano sotto l’arcata sopraccigliare; le labbra sono chiuse, sottili, con leggera carnosità agli angoli. L’età raffigurata nel ritratto dovrebbe essere intorno ai 10 anni[6].
Mi riempie di gioia e soddisfazione vedere la famiglia imperiale di Augusto riunirsi dopo 2.000 anni, grazie all’opera della Fondazione che è stata capace di realizzare e donare al Museo dell’Ara Pacis i calchi in gesso dei ritratti della Gens Giulio Claudia in nostro possesso.
Fin dal 17 maggio di due anni fa, infatti, le loro fedeli riproduzioni in gesso fanno parte in modo permanente dell’allestimento museale, approvato da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale[7]. Il progetto è una preziosa opportunità di presentare un apparato iconografico e documentario inedito e un’imperdibile occasione di partnership pubblico-privato per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, che ha fornito gioia per gli occhi dei romani e dei turisti di tutto il mondo[8].
[1] http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=1977
[2] https://www.academia.edu/35831928/GAIO_E_LUCIO_CESARI_NELLE_TESTIMONIANZE_EPIGRAFICHE_IN_LINGUA_GRECA
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Cesare
[4] http://www.ildispari24.it/it/la-dinastia-giulio-claudia-allara-pacis/
[5] https://www.fondazionesorgentegroup.com/Ritratto-di-Gaio-Cesare__archeologia_schede_30.html
[6] https://www.fondazionesorgentegroup.com/Ritratto-di-Lucio-Cesare__archeologia_schede_31.html
[7] https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/mostre/ara_pacis_la_famiglia_di_augusto_riunita_grazie_alla_fondazione_sorgente-2445791.html
[8] http://mycultureinblog.it/arte/arte-roma-la-dinastia-giulio-claudia-al/

