Valter Mainetti, proprietario della testata “Il Foglio”, sottolinea l’autonomia del quotidiano, edito da una Cooperativa, e crede nello sviluppo della carta stampata, nonostante l’exploit del digitale
Secondo l’ultimo Osservatorio Censis-Ital Communications sulle agenzie di comunicazione in Italia solo il 7,8% degli italiani si affida ai quotidiani cartacei per informarsi anche se oltre il 62% li considera fra le fonti più affidabili. Valter Mainetti, imprenditore e collezionista, a capo di Sorgente Group e dell’omonima Fondazione per l’arte e la cultura, è proprietario della testata “Il Foglio quotidiano”, un giornale precursore di una linea editoriale di approfondimento, che rilancia l’edizione cartacea, rispetto alla crescita esponenziale del digitale, caratterizzato da news brevi e in tempo reale.
Valter Mainetti: pandemia e conflitti internazionali hanno accelerato il processo di innovazione dell’informazione verso il digitale ma c’è ancora spazio per la carta stampata
“Il Foglio in questi anni – rileva Valter Mainetti intervistato da Italia Oggi – ha rafforzato la sua identità, credibilità e indipendenza. Ci tengo però a precisare che l’Editore del giornale è la “Cooperativa Foglio Quotidiano”, che gestisce il giornale in completa autonomia attraverso un contratto di affitto con “Foglio Edizioni”. La pandemia e i conflitti internazionali hanno accelerato il processo di innovazione dell’informazione verso il digitale, ma credo ci sia ancora spazio per la carta stampata. Del resto mi sembra che anche la vendita dei libri sia in aumento. E i dati del 2022 indicano una sostanziale tenuta delle vendite”.
Secondo Valter Mainetti bisognerebbe adattarsi a sperimentare due diversi piani di lettura, uno più veloce e immediato per il digitale e uno più approfondito e riflessivo per il cartaceo, con un’integrazione dei due livelli di informazione, sempre di alto livello riflessivo. “Non possiamo tralasciare – osserva – di considerare che i giovanissimi si informano (a volte troppo in fretta direi) esclusivamente attraverso i social media e quindi non ha senso disprezzare quello che ormai è storia, ma si deve lavorare per fornire la massima qualità ad ogni grado. Certamente una grande sfida che i direttori di giornale dovrebbero porsi è quella di portare davvero nelle scuole, soprattutto nei licei, i quotidiani, per far conoscere l’informazione di qualità e il lavoro giornalistico”.
Valter Mainetti: strategico l’aiuto per valorizzare le edicole che dovrebbero essere al centro della filiera editoriale
Riguardo al sostegno dello Stato per superare le difficoltà del settore, ingigantite dagli aumenti della carta e dell’energia Valter Mainetti considera fra gli interventi previsti particolarmente strategico l’aiuto per valorizzare le edicole che dovrebbero essere al centro della filiera editoriale. “La nostra generazione – afferma – è cresciuta con l’abitudine di uscire per comprare i giornali in edicola ed é molto triste constatare che molte hanno chiuso e spesso per lo più sono diventate dei bazar e dei venditori di gadget. Al di là del potenziamento delle edicole non è pensabile che nella società del cosiddetto delivery i giornali non possano essere distribuiti in modo da essere dovunque vicini o raggiungere facilmente i lettori senza dover affrontare editorialmente costi eccessivi”.
Comunque riguardo altri “contributi” dello Stato all’editoria giornalistica, Valter Mainetti riconosce che sono stati importantissimi e lo sono anche oggi per favorire l’innovazione tecnologica, ma non devono diventare puro assistenzialismo e hanno un senso solo per favorire il raggiungimento di un equilibrio finanziario. “I giornali – sottolinea – per rispondere a pluralismo e qualità dell’informazione, devono vivere di vita autonoma, anche rispetto allo Stato e al Governo, evitando forme di mecenatismo antiquate, ma sostenendosi e fare cultura attraverso un sistema imprenditoriale”.
Articolo pubblicato il 27 febbraio 2023 su Il Giornale d’Italia

